Consultazione pubblica della BCE sull’euro digitale: le banconote stanno per diventare il passato?

Il 12 ottobre la Banca Centrale Europea ha avviato una consultazione pubblica della durata di tre mesi per valutare la possibilità di introdurre un “euro digitale” e considerare gli orientamenti da dare ai primi due anni del programma “Europa Digitale”, programma che prevede una forte spinta verso il digitale ed il potenziamento delle infrastrutture tecnologiche unionali e degli stati membri. E’ interessante notare come questa attenzione della BCE verso le valute digitali vada diametralmente contro la linea dalla stessa adottata soltanto pochi anni fa con l’allora presidente Mario Draghi, in cui le digital currencies erano viste come un pericolo per la stabilità e la sovranità monetaria dell’euro. In questi ultimi anni però, con l’aggravarsi della crisi climatica ed economica e l’effetto distruttivo che la pandemia da covid-19 sta avendo sull’economia globale, ci si è resi conto che è necessario innovare e puntare sulla tecnologia per far fronte a problematiche attuali che diventeranno sempre più ricorrenti in futuro. E infatti è proprio la BCE ad affermare, nell’introduzione presente sulla pagina web in cui è possibile partecipare alla consultazione pubblica, che puntare sulle valute digitali e la tecnologia permetterà all’UE di far fronte repentinamente alle crisi, in primis dovute ad eventi estremi, che si vedono all’orizzonte. Il suddetto “sondaggio” è composto di due parti: una rivolta a tutti i cittadini “comuni” dell’Unione, e l’altra indirizzata a specialisti e professionisti in campo economico, finanziario, legale ed informatico. Nella prima viene richiesta la propria opinione su quali caratteristiche dovrebbe avere un futuro “euro digitale” e su che modello di valuta digitale bisognerebbe puntare, ad es. se privilegiare la privacy e la semplicità oppure introdurre dei controlli per aumentare la sicurezza. Nella seconda, invece, si interrogano i professionisti su vari aspetti critici che tale valuta potrebbe presentare, chiedendo consigli e suggerimenti che potrebbero risolvere tali criticità (ovviamente tutti possono rispondere anche alla seconda parte ma, data complessità e il tecnicismo delle domande, risulta alquanto difficile). Da ciò che emerge dalla presentazione che la BCE da all’iniziativa, questo nuovo “euro” sarà una stablecoin, una criptovaluta legata al valore dell’euro in rapporto 1:1, così da ridurre al minimo la volatilità che generalmente caratterizza questi assets. Inoltre non sostituirà il contante, bensì si affiancherà e sarà di ausilio allo stesso. Nelle espresse finalità di questo progetto vi sono quelle di rafforzare la fiducia di cittadini ed investitori, contrastando il riciclaggio di denaro sporco, e dare agli stessi uno strumento semplice ed efficace che possa eliminare le disuguaglianze sociali ed economiche purtroppo ancora in atto e facilitare l’operato delle istituzioni in situazioni estreme, come ad es. le pandemie, in cui l’uso di denaro contante risulta problematico. Naturalmente questi sono solo i primi passi e ancora ci vorrà del tempo per sciogliere alcuni nodi che ancora destano preoccupazioni, come quello del modello da utilizzare per regolare tale cryptocurrency, però fa ben sperare l’attenzione che l’UE sta ponendo sui temi suddetti e la sua voglia di rispondere ai tempi che cambiano senza rimanere indietro rispetto al resto del mondo. 

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Contributor: Giuseppe Filpi

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